Una tazza blu mi ha cambiato la vita. Seriamente.

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Dopo anni di tentativi falliti per bere acqua al mattino, una semplice tazza blu ha cambiato tutto. In questa newsletter ti racconto perché non è questione di forza di volontà, ma di rendere i gesti così piccoli da diventare inevitabili.


Ciao Amici,

Per anni ho provato a bere acqua appena sveglio. Lo sapevo, lo sappiamo tutti: è importante, ti aiuta a riattivare il corpo, migliora i livelli di energia, fa bene alla pelle, ai reni, alla vita, a tutto.

Ho provato tutto:

– Mi sono messo dei promemoria sul telefono

– Mi sono scritto “Bevi acqua!” su un post-it attaccato alla macchinetta del caffè

– Ho guardato borracce graduate con i livelli segnati “8AM – 9AM – 10AM – Great job!”

– Ho pure aperto la pagina delle borracce Stanley da 50€, convinto che fosse il design a motivarmi

Niente.

La verità è che mi veniva il vomito solo all’idea di bere acqua la mattina.

Una fatica. Un blocco. Non ce la facevo.


Poi un giorno, non so nemmeno perché, ho preso una tazza blu.

Normale, in ceramica. Sarà che mi piace il colore?

Sarà che la vedo lì sul piano cucina già piena, e non mi impone niente?

Fatto sta che da quando riempio quella tazza blu ogni sera, la mattina la bevo. Sempre. Senza pensarci.

È una cosa talmente semplice, che mi sembrerebbe stupido non farla.

E da lì ho capito una cosa fondamentale: il problema non era la motivazione. Era la misura del gesto.

Quante volte ci poniamo obiettivi troppo grandi?

Bevi due litri appena sveglio.

Leggi cinquanta pagine al giorno.

Allenati sei volte a settimana.

Studia un’ora di inglese ogni sera dopo lavoro.

Falliamo non perché siamo deboli, ma perché stiamo cercando di bere da una bottiglia troppo grande.

La chiave è rendere l’abitudine così piccola da essere quasi ridicola.

Così facile da risultare inevitabile.

Che si tratti di bere acqua, leggere libri, andare in palestra o imparare una nuova lingua, la domanda giusta da farsi è:

Sto forse cercando di scalare una montagna troppo alta quando basta salire sulla collina?

Un abbraccio,

G.