Ciao Amici,
Nell’Odissea c’è un momento che mi ha sempre colpito. Ulisse torna a casa dopo vent’anni, travestito da mendicante. Nessuno lo riconosce. Nessuno, tranne il suo vecchio cane 🐶. Argo, cieco e stanco, lo sente arrivare, agita la coda, e muore in pace. È l’ultima scena in cui qualcuno lo vede davvero, per quello che è, non per come appare.
Da quando ho Duccio quella scena mi torna spesso in mente. Non perché io mi senta un eroe epico (anche se certe giornate di lavoro ci si avvicinano…), ma perché ogni volta che torno a casa e lui mi corre incontro, capisco che c’è un valore enorme nell’essere riconosciuti senza condizioni ❤️. Non importa se ho chiuso un contratto importante o ho fatto una figuraccia: per lui sono semplicemente io.
Questa presenza ha cambiato il mio ritmo. Prima vivevo in un flusso costante di email, call, riunioni. Adesso c’è il “blocco passeggiata” 🚶♂️ tre volte al giorno. All’inizio mi sembrava un intralcio. Poi ho capito che quei quindici minuti di aria e movimento sono un reset mentale potentissimo.
E poi c’è la lentezza. Duccio non sa cosa sia il “fast forward”: annusa ogni foglia, ascolta ogni rumore. All’inizio cercavo di trascinarlo. Ora mi fermo anch’io. Rallentare non è perdere tempo: è il modo più semplice per riprenderselo. Quando torni a casa con il cervello ossigenato e il cuore leggero, te ne accorgi.
Un effetto collaterale inatteso? Le persone 🤝. Con Duccio parlo con vicini che prima ignoravo, incrocio sguardi e sorrisi di sconosciuti. È come se lui fosse una password universale per avviare conversazioni. Un cane abbatte barriere invisibili che noi umani costruiamo ogni giorno.
Forse per questo, quando penso ad Argo, penso che la sua fedeltà non fosse solo amore: era la capacità di riconoscere l’altro nella sua essenza, anche dopo una vita intera. Duccio lo fa ogni giorno, e mi ricorda che non serve un’epopea per sentirsi visti. Basta qualcuno — o qualcosa — che ci accolga così come siamo.
Se hai anche tu una storia con un animale che ti ha cambiato, raccontamela. Rispondi direttamente a questa email ✉️ : le più belle le leggerò e, se ti va, le pubblicherò in una prossima newsletter così che altri possano riconoscersi nelle tue parole.
Un abbraccio,
G.