Serve una pausa (a volte)

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Il riposo non è un lusso: è la condizione per esserci davvero.


Ciao Amici,

Per anni non ho mai saputo fermarmi. Ho sempre spinto al massimo: studio fino a notte fonda, allenamenti senza tregua, giornate infinite di lavoro. Pensavo che quella fosse la via giusta, che la fatica senza pause fosse la prova di carattere. Ma la verità è che così finivo sempre sull’orlo di un piccolo burnout, in un settore o nell’altro della mia vita. Lavorare senza tregua non era forza: era un modo lento di consumarmi.

Solo adesso sto iniziando a capire che il riposo non è un nemico. Sto leggendo 📚 Rest: Why You Get More Done When You Work Less, di Alex Soojung-Kim Pang (https://geni.us/VEzCH), e la sua idea di “deliberate rest” mi ha colpito: le pause non sono tempo sottratto al lavoro, sono tempo che lo rende migliore. Non serve staccare mesi, bastano momenti consapevoli. ⏸️ Cinquanta minuti di lavoro profondo, dieci minuti di pausa. Una sera in cui chiudi il computer. Una domenica in cui non cerchi di comprimere mille cose.

E il punto è questo: non sto diventando meno produttivo, sto diventando più presente. Le idee arrivano con più facilità, l’energia non si brucia subito, la mente trova spazio per respirare. È come se il riposo fosse 🔋 benzina aggiuntiva, non un freno.

Questo per me diventa ancora più importante guardando avanti. Diventare papà significa chiedermi: con che qualità voglio essere presente? Non voglio regalare solo la mia stanchezza, ma tempo pieno, attenzione vera. E so che questo sarà possibile solo se continuerò a rispettare quelle pause, piccole ma decisive, che mi tengono vivo e lucido.

Ti lascio con una frase che mi ha colpito dal libro: “Il riposo non è assenza di lavoro, è un lavoro diverso.” Niente spoiler: la recensione completa la troverai presto sul canale.

👉 E tu, come ti prendi le tue pause? Rispondi a questa mail, sono curioso di leggere la tua esperienza.

Un abbraccio,
G.

P.S. Ho preso anch’io una pausa, un mese intero dalla newsletter. Ne avevo bisogno per fare ordine e ripensare la direzione del canale YouTube. Ora torniamo settimanalmente, senza più pause forzate. Quelle buone, invece, me le tengo strette.