Quando le regole non funzionano.

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Avete mai sentito che seguire un consiglio in modo troppo rigido vi ha causato più stress che benefici? 🤔


Ciao amici,

Nella scorsa newsletter vi ho parlato della "Regola dei Due Giorni" di Matt D'Avella, quel semplice ma potente principio secondo cui, quando cerchiamo di costruire un'abitudine, possiamo saltare un giorno ma mai due giorni consecutivi.

Oggi voglio essere, come sempre, onesto con voi e condividere una riflessione personale: questa regola, per quanto efficace, può diventare una fonte di frustrazione se applicata in modo troppo rigido. 😅

Perché?

Come quasi tutti i framework e le regole di produttività, anche la Regola dei Due Giorni rischia di trasformarsi in uno strumento di auto-critica se siamo troppo severi con noi stessi. Ed io, che tendo ad essere particolarmente esigente con me stesso, ho dovuto imparare (o meglio ho iniziato a imparare) a perdonarmi e ad adattare questa regola alle diverse fasi della mia vita.

La verità è che la vita cambia, le priorità si evolvono, e le nostre routine devono seguire il flusso. Proprio come accaduto a Matt D'Avella quando è diventato padre, anche io ho vissuto cambiamenti che mi hanno costretto a ripensare come gestisco le mie abitudini e il mio tempo.

Come ho personalizzato la Regola dei Due Giorni

Ecco come ho adattato e trasformato il concetto originale per renderlo più sostenibile nella mia realtà:

1. Se non faccio palestra, mi muovo comunque. Invece di sentirmi in colpa per aver saltato un allenamento, mi assicuro di fare almeno qualche movimento durante la giornata: una passeggiata, salire le scale, una breve sessione di stretching al mattino. L'importante è mantenere il corpo attivo, anche se in modo diverso. Ad esempio in vacanza se cammino molto (e vi assicuro che mia moglie mi fa scarpinare parecchio) non mi sento in colpa per non essermi allenato.

2. Revisione settimanale. Ogni domenica dedico del tempo a rivedere com'è andata la settimana. Se sono riuscito a rispettare le mie abitudini, mi do una pacca sulla spalla. Ragiono su cosa è andato storto e su come potrei adattare il mio approccio per la settimana successiva. Se perdo non perdo la lezione.

3. Flessibilità stagionale. Ho imparato ad accettare che ci sono periodi dell'anno in cui alcune abitudini sono più facili da mantenere e altri in cui diventa quasi impossibile. Leggere il diario degli anni precedenti (che tengo oramai ogni giorno da 5 anni) mi ha aiutato a vedere la "ciclicità" di certi periodi della mia vita. Quindi cerco di adattare i miei obiettivi alle stagioni.

Queste modifiche alla Regola dei Due Giorni mi hanno permesso di mantenere le abitudini che contano davvero, senza la pressione schiacciante di dover essere perfetto. La consistenza a lungo termine è ciò che porta risultati, non la perfezione a breve termine.

La domanda che vi lascio questa settimana: come adattate le regole di produttività che incontrate alla vostra realtà? Avete mai sentito che seguire un consiglio in modo troppo rigido vi ha causato più stress che benefici? 🤔

Mi piacerebbe davvero sentire le vostre esperienze, quindi non esitate a rispondere a questa email!

Un abbraccio,
G.