Ciao Amici,
C'è una piccola storiella sulla quale mi trovo a riflettere molto spesso.
Un maiale ed una gallina camminavano per strada.
La gallina disse: “Ehi Maiale, mi è venuta una bella idea, potremmo aprire un ristorante!”
Il Maiale replicò: “Hm, non so, come potremmo chiamarlo?
La gallina rispose: “Che dici di ‘uova e pancetta’?”
Il Maiale pensò un momento e disse: “No grazie. Io sarei completamente coinvolto mentre tu saresti solo interessata!”
Questa favola gioca sul significato dei termini inglesi contribute (contribuire) e commit (impegnarsi, essere totalmente coinvolti) e ci invita a riflettere su quanto profondo sia il concetto di “coinvolgimento” nelle nostre vite. Nella pratica mi ha permesso, un sacco di volte, di scegliere consapevolmente quanto volessi essere coinvolto in qualcosa e di valutare quanto fossero o meno coinvolte le altre persone.
Quanti di noi, nella vita di tutti i giorni – che sia al lavoro o nelle relazioni personali – si limitano a dare un contributo superficiale, come la gallina, invece di mettersi in gioco completamente come il maiale?
Spesso in ambito professionale ci troviamo in contesti che richiedono una squadra forte e coesa. In molte attività o nello sport, per esempio, il successo dipende dalla capacità di ogni membro di dare il massimo, di "coinvolgersi" veramente. Allo stesso modo, nelle nostre relazioni e scelte personali, il coraggio di impegnarsi pienamente, accettando i rischi e le responsabilità, è ciò che può fare la differenza tra una partecipazione passiva e una relazione che funziona davvero.
L'importante è essere consapevoli di chi si vuole essere.
E riflettendo su me stesso mi trovo a chiedermi: quando nella mia vita sono stato una “gallina” e quando, invece, ho scelto di essere quel “maiale” che si immerge completamente nelle sfide? Spesso, per paura di sbagliare o per timore di esporsi, optiamo per il contributo minimo, ma è proprio nel rischio e fuori dalla "comfort zone" che si cela la possibilità di raggiungere risultati straordinari.
Ma soprattutto mi sono domandato: quante volte sono stato, invece, il "maiale" mentre tutti intorno a me facevano comodamente le "galline" cogliendo il frutto dei miei sbattimenti?
E a 38 anni (cazz.. ) sono arrivato alla conclusione che ciò che importa realmente è essere consapevoli. Si può, anzi si deve, essere a volte la gallina a volte il maiale. L'importante è sceglierlo, assumendosene la responsabilità, il prezzo e tutte le relative conseguenze.
Spero che questa storia vi ispiri a guardare oltre la superficie e a dare, quando serve, tutto il vostro impegno rimanendo comodamente galline in tutti gli altri casi.
Un abbraccio,
G.